Ecco 6 KPI dell’email marketing che devi conoscere e utilizzare

da 31 Gen 2024Marketing

Le KPI nell’email marketing sono dei parametri (key performance indicator) per monitorare l’andamento della campagna. Se hai bisogno delle newsletter e delle DEM per raggiungere i tuoi utenti, allora ti servono anche questi dati per fare un buon lavoro di benchmark interno. Ovvero un confronto tra prima e dopo l’invio.

La cultura dei numeri è antica e consolidata nell’email marketing. Ma, soprattutto, funziona alla grande. Perché i migliori tool per mandare messaggi di posta elettronica con fini promozionali permettono di registrare una marea di dati. Anche Centrico lo fa. E questi numeri sono perfetti per avviare un processo di continuo confronto.

Nasce un Ciclo di Deming infinito che ti porta all’ottimizzazione continua e mette in scena il data driven marketing. Ovvero la promozione che prende spunto dai numeri e non dalle ipotesi. Un buon punto di partenza, non credi? Ecco perché devi conoscere come le tue tasche questi KPI per l’email marketing di successo.

Tasso di consegna (delivery rate)

Questo è il punto di partenza per migliorare la tua campagna di email marketing e iniziare a valutare i diversi KPI: qual è il delivery rate del tuo invio? Te lo dice il tasso di consegna, un valore che indica la percentuale di email non consegnate al server del destinatario. Il motivo può essere differente e riguarda, ad esempio:

  • La reputazione del mittente.
  • Lo strumento utilizzato per mandare le email.
  • Qualità della lista contatti.
  • Contenuto inviato ai contatti.
  • Eventuali problemi in termini di spam.

Da un buon tasso di consegna nasce tutto il resto, se l’email non arriva sul server del lettore finale sarà impossibile ottenere dei risultati. Per questo è indispensabile affidarsi solo a programmi destinati all’email marketing che rispettano i parametri tecnici per assicurarti un delivery rate adeguato alle tue esigenze.

Frequenza di rimbalzo (bounce rate)

Il tasso (o la frequenza) di rimbalzo è un indicatore decisivo per capire se c’è qualcosa che non gira nel verso giusto durante la tua campagna di email marketing. Perché questo parametro indica la percentuale di messaggi non consegnati dopo l’invio, questo può avvenire a causa di indirizzi email non validi o problemi tecnici.

Un tasso di rimbalzo elevato può minare in profondità il tuo lavoro soprattutto se parliamo di hard bounce, errori permanenti e non risolvibili (tipo indirizzi errati) rispetto ai soft bounce che sono condizioni momentanee.

Come si determina in modo sistematico la percentuale di email non consegnate rispetto a quelle inviate? Ecco la formula corretta: numero dei messaggi inviati / quelli che non sono arrivati a destinazione *100. Domanda: bounce e delivery rate sono la stessa cosa? No, nel primo caso l’email arriva ma viene rifiutata e rimandata al mittente. Mentre nel secondo – noto anche come acceptance rate – c’è un blocco a priori della consegna.

Annullamento dell’iscrizione (unsubscribe)

Per molti è quasi un disonore registrare un costante abbandono degli utenti nel momento in cui ricevono una newsletter o un’altra comunicazione via email. Però è normale che ci sia un leggero flusso di unsubscribe, l’importante è trovare sempre il modo per arricchire il tuo database (tipo con i lead magnet).

D’altro canto, monitorare la percentuale di utenti che si disiscrivono dalla tua lista dopo aver ricevuto l’email è importante: un’emorragia grave di contatti può essere sintomo di malumore verso determinati contenuti o nei confronti della frequenza di pubblicazione. Che è uno dei fattori scatenanti delle ondate di unsubscribe.

KPI per email marketing

Un tasso di disiscrizione suggerisce degli elementi per determinare il livello di soddisfazione dei destinatari, la bontà del tuo calendario editoriale e la pertinenza del contenuto. La formula per determinare questo KPI dell’email marketing è piuttosto semplice: numero di disiscrizioni / email inviate in una sessione * 100.

Tasso di apertura (open rate)

Con questo termine intendiamo la percentuale di utenti che effettivamente apre il messaggio. Rappresenta uno dei KPU fondamentali (ma non l’unico) per monitorare il successo di una campagna di email marketing.

La formula per calcolare l’open rate: numero di aperture / quantità email inviate * 100.

Perché siamo così interessati al tasso di apertura di una newsletter o una DEM? Questo parametro riflette l’interesse dei destinatari. Una percentuale elevata ci indica che hai mandato un elemento interessante per quel target, hai scritto un oggetto efficace e hai sfruttato una leva persuasiva adeguata al destinatario.

Click-through rate (CTR)

Il click-through rate indica il tasso di utenti che, una volta entrate nell’email, cliccano un elemento interattivo. Possiamo dire che rappresenta un key performance indicator avanzato rispetto al precedente. Non voglio sapere solo quanti entrano nella newsletter ma anche cosa fanno una volta accettato il contento.

Questo KPI è decisivo per valutare l’efficacia del tuo lavoro di content marketing e delle CTA che veicolano i link. Un CTR interessante è sinonimo di efficienza, vuol dire che stai lavorando bene con il copy e con la scelta degli argomenti. Per calcolare questo parametro fai numero di click / quantità email inviate * 100.

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Tasso di conversione (conversion rate)

Per molti questo è il KPI d’eccellenza, quello che dà la vera misura del successo di una campagna. D’altro canto è così che appare questo key performance indicator: il tasso di conversione ci suggerisce la percentuale di visitatori che atterrano sul sito internet che arrivano dall’email inviata e che effettuano l’azione.

La formula: numero di conversioni / visitatori che arrivano dall’email * 100. Ovviamente, è importante poter tracciare con dei parametri negli URL i click che arrivano da newsletter e direct email marketing.

Aggiungi i parametri UTM su Google Analytics.

Che potrebbe essere l’acquisto, la registrazione, la richiesta di preventivo o una prenotazione. Conoscere il conversion rate è utile per valutare la bontà della tua strategia nel aumentare le conversioni sul tuo sito web. Magari, il tutto può essere accompagnato da un lavoro di tracking delle attività svolte sulle pagine.

Riccardo Esposito

Riccardo Esposito

Copywriter e blogger, autore di My Social Web. Lavoro con la scrittura online e mi occupo di temi legati al web marketing.